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Quelli che il Nasim.......

(racconto di un'avventura subacquea)

Eccomi qui, al termine di una settimana di vacanza, di nuovo a casa... una settimana caratterizzata da molte immersioni, ma una in particolare sento il desiderio di raccontarla per prima: il Nasim.....
Sembra una scommessa contro non so cosa, almeno per me, la prima volta che ci organizzammo per farla mi ritrovai con un mare forza 5, e relativo abbandono della “spedizione”, questa volta ci abbiamo riprovato, il giorno di Ferragosto, con un altro tipo di organizzazione e......Martedì 15 agosto....
Ci svegliamo molto presto, siamo agguerriti ed entusiasti, non facciamo neanche a tempo a preparare il caffè, gli amici arrivati da Genova ieri sera hanno già le bombole con le miscele pronte al diving, noi altri scendiamo ad aria, ma voglio controllare personalmente i 18lt preparati, per essere sicura che siano almeno a 230bar, mi voglio accertare che le 2 bombole da mettere sotto la barca per la deco ci siano, e così i primi stadi con i 4 erogatori, a scendere sul Nasim, oltre ai 3 con le miscele, siamo in 4, una specie di mini-dive di internettari (Andrea, grazie per essere stato dei nostri) con un “infiltrato” milanese (magari Dario gli “infiltrati” fossero tutti come te!!), formazione già provata e collaudata nei tre giorni precedenti. Scendiamo al diving, tutto controllato, tutto a posto, carichiamo la barca e partiamo, eccitati e contenti, siamo riusciti a preparare tutta l’attrezzatura ancora prima di lasciare il porto, mai successo prima:-))) Sembriamo in assetto di guerra, è buffissimo, doppia maschera (se si rompe sotto mi arrabbio:-(( ), doppia torcia, moschettoni, cordini, cime per il pedagno, pedagni, varie ed eventuali..... Arriviamo sul punto, i 3 “tecnici” già praticamente vestiti, noi cerchiamo il punto ed il pedagno, ad un certo punto lo troviamo, un affare bianco... ci ancoriamo sopra, eccocci, ci siamo, aspetta, ma dov’é finito il pedagno? ops, “guarda che ci stiamo avvicinando a riva”, “acc, l’ancora ha scarrocciato”, “ma come? non era mai successo”, insomma, perdiamo il pedagno e tiriamo sù l’ancora, pronti a ricercarlo.... riandiamo sul punto, gira, gira di nuovo, non si vede più, gira ancora, ad un certo punto Alfredo decide di buttarsi con maschera e pinne, cercando di vederlo nuotando, dopo un quarto d’ora scendiamo anche Dario ed io, con lo stesso sistema.... alla ricerca del pedagno perduto... e non ritrovato, almeno quel giorno. Dopo un’ora e mezzo di estenuanti ricerche risaliamo, il mare si e’ alzato e noi rinunciamo.... ci riproveremo nei prossimi giorni, siamo tutti abbattuti.... Nasim, ti verremo a cercare giovedì..... :-))
Mercoledì sera
Siamo a casa, Andrea con dispiacere è dovuto ritornare a Torino, non sarà dei nostri, parliamo di quello che sarà il giorno dopo, 17, scherziamo, io ho un “conto” particolare con una persona che, secondo il parere comune, ce la tira (in senso affettuoso) perché l’impressione è che non abbia piacere che io faccia quest’immersione, o almeno non “da sola”.... le battute si rincorrono, alla fine decidiamo che “la persona” possiede una bambola a forma di barca e che la sera ci pianta gli spilloni per far in modo che noi non troviamo il punto neanche domani, scherziamo, l’atmosfera è allegra:-))

Giovedì mattina, 17 agosto 2000
.....pronti, ai posti, via! :-))
Rieccoci agguerritissimi per l’avventura Nasim, al diving per il controllo bombole, attrezzatura, montiamo tutto prima di lasciare il porto, io chiedo 2 volte se erano state caricate le 2 bombole supplementari per la deco e tutti gli erogatori, non c’é problema, è tutto a posto, “siamo sicuri?”, la risposta è “non preoccuparti...”:-)), non so perché, ma dopo tante fregature ancora non ho imparato a diffidare di chi mi dà questa risposta...:-))
Partiamo presto, il mare una vera tavola, dai, oggi è la giornata fortunata, “ragazzi, il primo che vede il pedagno ci si butta a nuoto e non si muove”, le cime, tutti pronti, arriviamo sul punto, eccolo, Luciano si butta, ormai è nostro... (punto completamente diverso da martedì, sfido io a trovarlo!!), leghiamo il pedagno piccolo e procediamo per prepararci quello grande che dovrà avere le bombole attaccate.... e mentre prepariamo le bombole.....sono spariti gli erogatori..... “ca@@o, chi ha tolto le cose dalla barca?”, ecco, cominciamo bene, io NON scendo senza le bombole sotto, ci ingegniamo, utilizziamo gli erogatori di una guida e di un povero open... beh, noi siamo in 7!!!, tanto loro devono aspettarci prima di immergersi.... Alla fine sistemiamo tutto a dovere, ci vestiamo, scendiamo in acqua ed andiamo proprio sopra il pedagno, siamo in 4, decidiamo, comunque, di rimanere tutti insieme, Alfredo caldeggia per visitare la poppa, io non so perché andrei a prua, ma si sa.... per non litigare non insisto...decidiamo per la poppa....:-((
Scendiamo dopo aver fatto due o tre minuti di sosta in superficie per regolarizzare il respiro, per la cima del pedagno, veloci, arriviamo giù e tocchiamo il relitto, profondità non elevatissima, come metto piede sul relitto sento “buummmm....:-((“ ecco lì penso subito, è partito l’erogatore..., non che ne fossi particolarmente preoccupata essendo scesa con 2 primi stadi su rubinetteria separata, 2 manometri e 3 secondi stadi, ma insomma.... qualche secondo di perplessità... fino a quando non ho visto i vetri della lampada uscire e poggiarsi sul fondo..... implosa la lampada...:-(, beh, meno male che ho l’altra di riserva, che prima si accendeva e dopo, quando è servita, non si è accesa più...:-(((. Cominciamo l’esplorazione, tutti OK, tutti i segnali, tutto a posto..... Enorme, per me sembra un palazzo, davvero grande, imponente, un’ombra scura, le eliche, poggiato sul fondo, eccolo lì, il Nasim tanto atteso, tanto sospirato, tanto desiderato.... un’ottima visibilità, poco pesce, ma quel relitto....davvero meritava tanta attesa. Provo delle stranissime emozioni, penso, a tutto quello che mi aspetta, a tutti i miei sogni, a mamma e papà che se mi sapessero lì mi sparerebbero, alla gioia che mi dà invece poterci essere, penso a quello che spero di riuscire a fare, quando ho iniziato amavo vedere i pesci, poi ho scoperto i relitti, sì probabilmente sarà quella la mia strada, non sarei più salita, è difficile cercare di descrivere quello che si prova trovandosi di fronte ad un “oggetto” così imponente, pensando che una volta navigava ed adesso giace lì, capace di “vivere”, di far in modo che, visitandolo, ci si possa sentire parte di qualcosa che ormai non appartiene più a tutti, ma a solo pochi che hanno la fortuna e diciamolo, anche la preparazione e la capacità, di poterlo ammirare... mi sono preparata da mesi per poter affrontare quest’immersione, era importante per me, lo è mentre sono lì che ci nuoto intorno, lo sento dentro, mi porterà a qualcos’altro, sono molto serena, riesco a controllarmi perfettamente, sono lucida, ed anche desiderando rimanere lì per continuare ad ammirarlo ed a provare quelle incredibili emozioni so che non devo farlo, e non lo faccio..., proseguiamo tutti insieme, controllandoci sempre, controllando i computer, è tutto OK, ad un certo punto Alfredo fa cenno che sta bene, ma che comincia a risalire, noi facciamo ancora un giro, Dario nel frattempo ha scattato un po’ di foto (speriamo siano venute bene....), verso la prua, poi ad un cenno di uno di noi torniamo sul pedagno e cominciamo a risalire, avevo ancora abbastanza aria, ma avevamo deciso di stare insieme, e quindi risaliamo..... 25 minuti di deco attaccati ad una cima, ci guardiamo, un po’ annoiati forse, un po’ dispiaciuti che sia già finito, ma contenti, ritroviamo Alfredo, subito sotto di noi i “tecnici”, che hanno fatto qualche minuto di fondo più di noi, ma la prua non l’hanno vista neanche loro, troppo grande....
Torniamo sù senza avere alcun bisogno di utilizzare le bombole sotto la barca, con un residuo di aria che varia tra i 50 ed i 70bar, entusiasti...
La telefonata di rito: “l’ho fatto, l’abbiamo trovato, finalmente l’ho fatto!!!!” , Alfredo si gira, mi guarda e fa: “e basta, vabbè che oggi è 17, ma insomma, digli che la piantasse di tirarcela, si è incrinata pure la macchina fotografica!:-))”, un coro di risate sulla barca, ecco perché era risalito di corsa, per evitare che gli scoppiasse tutto...:-)) Povero Alfredo, la torcia era la sua, ed è andata del tutto, la macchina fotografica pure.... e noi ridiamo, scherziamo, giochiamo e ci raccontiamo le emozioni di averlo finalmente visto, siamo contenti, le battute si intrecciano tra loro..... facciamo le foto di rito, per noi, anche se forse è poca cosa per altri, è stata comunque un’immersione importante.....
Eccoci, finalmente lo abbiamo visto...., naturalmente abbiamo poi scoperto dopo che la parte più bella da visitare è la prua, con la grande catena dell’ancora e le due macchine poggiate l’una sull’altra, con un gioco di pesci incredibile....
Insomma.... “Quelli che il Nasim lo hanno fatto e che torneranno a rifarlo di nuovo....”, stavolta per vedere la prua, possibilmente insieme a chi è stato simpaticamente “colpevolizzato” di mettere spilloni su una bambola che vorremmo avere con noi la prossima volta e non “contro” di noi.....
Ti aspettiamo, e tu lo sai...:-))
Noi, “Quelli che il Nasim.....”

da sinistra: Dario, Alfredo, Valeria, Athena e Luciano, in basso Delfino Rosa e David.

 

 

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