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QUEI 90 METRI :-) - gennaio 2002
Prima di fare un'immersione impegnativa si raccomanda di riposare la sera prima, non bere troppo, non affaticarsi, non mangiare cibi indigesti e pesanti ecc., ecco, esattamente non proprio quello che la sera precedente l'immersione abbiamo fatto:-)
Il pomeriggio lo avevamo passato a fare tabelle, programmare, caricare le miscele e le bombole decompressive, controllare ed analizzare il tutto, cercare di sistemare nella migliore delle maniere, per poter affrontare l'immersione il giorno seguente in sicurezza e con tranquillità. Una volta a casa mettiamo a ricaricare le batterie delle lampade, asciugare le mute, scriviamo ed attacchiamo le nostre tabelle sulle lavagnette da polso che abbiamo.
La fatidica mattina ci svegliamo presto, alzo la serranda in camera e vedo il sole ed una splendida giornata, pare che il vento dei giorni scorsi ci stia dando un po' di pace ed il mare davanti a me è uno spettacolo splendido, sono nervosa, ho mal di mare appena scendo in cucina, faccio piano anche nel chiamare Berri, non voglio svegliare Lizzi, Pietro invece sale in cucina con noi per vedere come stiamo noi poco prima di quella che, almeno per me, è l'immersione che attendo di fare ormai da un anno. Ho lavorato per arrivare a questo, duramente, facendo prove su prove, esercizi, in ogni immersione che ho fatto da parecchi mesi a questa parte. Berri mi guarda, mi dà coraggio, lui è il mio Buddy, la "mia" Remora, il mio amico e compagno di questo corso e di molte immersioni impegnative. In macchina mi sento male, ho mal di macchina, mal di mare, non lo so, ma sto proprio male! La verità è che sono agitata, non perché devo fare quel tipo di immersione, ma perché è l'immersione di fine corso e voglio far bella figura con il mio istruttore, non ho timore di non farcela, in quello sono piuttosto tranquilla, ma chissà.... forse l'emozione:-)
Al molo arrivano Momo e George che saranno con noi sul gommone, grandi sorrisi, anche loro sanno che questa "è" la giornata. Carichiamo tutto sul gommone, controlliamo ancora una volta i primi stadi sulle bombole, tutto il necessario, ci accertiamo che tutto funzioni prima di lasciare il porto. Ci vestiamo e partiamo. Ieri sera non ho detto a Laura che stamattina sarei andata a fare "quella" immersione, altrimenti sarebbe andata a svaligiare le farmacie milanesi di Lexotan:-) prima di andare a lavorare.
Io e Berri sul gommone ci guardiamo, il nostro istruttore come al solito fa di tutto per stressarmi, si dice che così le persone siano portate a rendere di più (sono istruttore ricreativo, ma sinceramente la penso in modo diverso, pazienza...), il mio buddy ed io "battiamo il cinque" e sappiamo che ce la faremo, nulla ci può fermare (quasi.....!!!!). Arriviamo sul punto, facciamo qualche giro per trovare il punto esatto e buttiamo il pedagno che dopo la discesa verrà recuperato subito dal gommone, siamo sopra una secca con cappello a circa 80 metri e poi la parete arriva ad una profondità di 150mt., la nostra immersione prevede una profondità massima di 90 metri per un tempo di fondo di 15 minuti, avevamo tabelle di riserva per profondità maggiore, tempo maggiore, e con la mancanza degli eventuali gas decompressivi.
La risalita è programmata in libera (alla faccia della sicurezza nei corsi), nel blu, senza cima, solo il nostro istruttore lancerà il pallone ad una certa quota (tra i 45 ed i 50 metri, i deep-stop iniziano a 70 metri circa ogni 3 metri) per segnalare al gommone la nostra posizione per poter essere poi "recuperati", Berri ed io non dobbiamo farlo, neanche per avere una linea di risalita, nel caso ci fosse necessità (? !!!) ci possiamo attaccare a quella dell'istruttore. Non abbiamo mai provato questo genere di risalita durante il corso, il nostro istruttore non ci ha neanche chiesto se siamo in grado di farla, non mi preoccupo, sia Berri che io non abbiamo problemi e lo sappiamo, ma il nostro “istruttore” come fa a rischiare senza averla provata prima o accertarsi che non ci siano problemi? La domanda scompare dalla mia mente forzatamente mentre continuo a prepararmi, non dico una parola al riguardo, ma rimango fortemente perplessa da questo comportamento.
Tutto OK, indossiamo l'attrezzatura ed entriamo in acqua, ci controlliamo in superficie l'uno con l'altro e poi iniziamo la discesa lungo la cima, come da istruzioni ricevute. La visibilità è abbastanza buona, sul fondo non sarebbe neanche necessario accendere le lampade se non per vedere meglio i colori delle gorgonie e scorgere gli splendidi rami di corallo rosso che ci sono, di dimensioni che io personalmente, non ho mai visto prima... Il mio buddy ed io ci guardiamo spesso scambiandoci segni di OK e cercando di rubare con gli occhi e la lucidità che ci dà il trimix tutte le meravigliose sensazioni che questa immersione ci sta regalando. Mentre qualcuno è impegnato ad utilizzare un piccone un po’ più in basso noi controlliamo i computer, vedo Berri che scende un attimo più del previsto, lui segue il maestro, io rimango un pochino più sù, molto attenta a non sforare (tanto alla fine ho sforato anch’io di 40cm!!!!), ma sempre comunque vicino al mio compagno.
E' strano, abbiamo quasi 100 metri di acqua sulla testa eppure va tutto bene, mi sento tranquilla, non ho ansie, non ho paura, mi trovo perfettamente a mio agio, mi guardo intorno, ricci melone di grandi dimensioni, coralli, gorgonie.... chissà cosa c'è più giù? Non lo sapremo oggi, il tempo è tiranno e presto ci troviamo a dover cominciare la risalita, passiamo attraverso un arco di gorgonie per farlo e seguiamo la tabella predefinita. Io e Berri ci mettiamo d'accordo, lui controlla la quota ed io controllo il tempo, lavoro di squadra, fino ai 50 metri, dove prendiamo la prima miscela decompressiva, il "maestro" lancia il pallone, ma nessuno di noi ci si attacca, continuiamo ad essere uno di fronte l'altro per rispettare e controllare le tappe vicendevolmente, non sbagliamo, siamo in grado di rimanere in perfetto assetto per il tempo necessario, così, di 3 metri in 3 metri arriviamo quasi alla superficie, dove ci rimangono da fare i minuti a 4,5 metri, già il gommone è sopra le nostre teste, Berri ed io ci guardiamo, scherziamo, cerchiamo di passare il tempo come possiamo, ci rimettiamo a posto gli erogatori, sistemiamo le lampade, cerchiamo di scambiare qualche comunicazione....
Finalmente la decompressione termina, e noi risaliamo lentamente in superficie. Momo mi aspetta sorridente e mi aiuta a risalire, io gli passo prima le decompressive, poi salgo con pinne, gav e bibo sul gommone, finendo, come sempre, a 4 zampe carponi e spogliandomi seduta per terra il termine adesso!!!!! Fa freddo, ma siamo contenti, con Berri ci scambiamo opinioni ed impressioni su come abbiamo svolto l'immersione, ci guardiamo, tutto è andato liscio, ho ancora un po' di mal di mare ed adesso ho anche qualche attacco di tosse:-((
Arrivati al porto scendo e do una mano a scaricare, ma la tosse è talmente forte che quasi non riesco a respirare, chiamo Pietro al telefono, per dire a lui e a Lizzi che siamo vivi, lui si spaventa non avendo concordato la telefonata prima di uscire da casa, ma subito vengono a prenderci con generi alimentari e dissetanti, abbiamo fame :-)))
La tosse continua per almeno una mezz'ora, poi lentamente scompare, la profondità? Le miscele? Il nervoso? Non lo so, ero tesa come una corda di violino, ma non per paura, per emozioni....
Andiamo a scaricare le bombole al compressore, smontiamo tutta la nostra attrezzatura, cerchiamo di dargli una sciacquata con l'acqua dolce. Il nostro corso è finito e domani finirà anche la nostra vacanza.....
Ci siamo arrivati, finalmente ce l'abbiamo fatta, il mio Buddy ed io, l'unico che fottendosene di tutte le chiacchiere e di tutte le cattiverie ha deciso di fare insieme a me quel benedetto corso che ci darà la possibilità di vedere meravigliose cose sul fondo del mare.
Ce l'abbiamo fatta tutti insieme, Pietro, Lizzi, Berri ed io, perché anche se in acqua eravamo io e lui il clima di casa, la pazienza che gli altri hanno avuto, l'affetto, l'amore, l'amicizia che ci aveva riunito in questa occasione è stata fondamentale perché noi due riuscissimo in questo.
Grazie Lizzi, grazie Pietro e grazie alla mia "Remora" personale... (ma la storia della remora ve la racconto un'altra volta!!!)


Nota: Ho aspettato quasi due anni prima di mettere questo racconto sul sito, i brevetti di quel corso sono poi arrivati, durante questo periodo a chiunque io abbia raccontato questa esperienza e la scelta di come condurre la risalita da parte dell’istruttore, è rimasto senza parola, giudicando tale comportamento rischioso e immotivato. Da parte mia questa era la stessa impressione che avevo avuto, un voler a tutti i costi rendere l’immersione più difficile e cercare di portare lo stress a livelli molto alti a causa di motivi personali (che purtroppo hanno coinvolto obbligatoriamente anche chi non c'entrava niente) e per favorire reazioni e conseguenze che fortunatamente NON ci sono state. Dopo diverse esperienze posso dire con certezza che, a MIO personale giudizio, in quell’immersione ci sono state molte scelte che sarebbe stato meglio condurre in altro modo e che se l’aspetto principale deve essere sempre e comunque la prudenza e la sicurezza…. lascio a voi trarre le conclusioni.